In coda al centenario di Nicea, in Sicilia

 
 

Lovanio, Istanbul, Milano … sono solo alcuni luoghi in cui si sono tenuti eventi evangelici per ricordare l’anniversario dei 1700 anni del concilio di Nicea, tra l’altro celebrato nell’Italia evangelica con il fascicolo “Nicea (325) ora e allora”, Studi di teologia N. 73 (2025). Anche in Sicilia si è voluto dedicare la conferenza di quest’anno a tale tema, con il titolo “Confessare la fede trinitaria. 1700 anni dopo il Concilio di Nicea”.


Presso i locali della chiesa “Sola Grazia” di Caltanissetta si è tenuto il terzo appuntamento con la conferenza “3C,” ossia “Credere, combattere, celebrare.”  La data scelta non è casuale, ma simbolica. Proprio alla fine di novembre del 2000 un gruppo di credenti guidati dal pastore Nazzareno Ulfo, con un patto solenne veniva costituita la chiesa locale. Sempre all’inizio di dicembre, ma del 2016, la chiesa ha celebrato la dedicazione del locale di culto. 


Gli oratori che si sono alternati sono stati quattro: Nazzareno Ulfo, Clay Kannard, pastore della chiesa evangelica Breccia di Roma, Davide Ibrahim, giovane dottorando in teologia membro della stessa chiesa di Roma e Francesco Pollicino, pastore della Chiesa Evangelica Riformata “Buona Novella” di San Filippo del Mela-Milazzo.


In questa occasione l’apertura della conferenza ha coinciso con il culto domenicale con una predicazione di Pollicino sul significato del concepimento verginale di Cristo. Lungi dall'essere un residuato di paganesimo, è piuttosto annuncio dell'Evangelo, avendo da dire qualcosa sull’identità di Gesù quale Figlio di Dio, ultimo Adamo, principio della nuova creazione e paradigma delle opere potenti di Dio nella storia del popolo di Dio e nella salvezza dei peccatori. 


Nel pomeriggio del primo giorno si sono avuti due interventi, il primo di Ulfo nel quale è stato mostrato come il popolo di Dio abbia sempre confessato la fede mediante delle proposizioni teologiche ora più semplici e via via più complesse. Successivamente è stato delineato un quadro del contesto storico e teologico nel quale è stato convocato e si è svolto il concilio di Nicea. Infine, è stato illustrato come la teologia del concilio di Nicea si sia posta in "polemica" con le teologie del tempo che predicavano la salvezza mediante l'auto innalzamento dell'essere umano verso il divino, mentre secondo l'Evangelo essa è frutto di un abbassamento di Dio: “Per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo”.


Nel secondo intervento, Ibrahim ha mostrato come la visione trinitaria di Dio sia la grammatica che permette di leggere e di capire Dio stesso, la creazione, l’incarnazione, la redenzione, la vita, la comunione e la missione della chiesa. Il Dio che è comunione e amore in sé stesso ha creato l'uomo a sua immagine come essere relazionale e creativo. Il Dio trino, grazie alla redenzione compiuta dal Figlio, risposta alla caduta dell’uomo, e all'azione dello Spirito, restaura queste prerogative nell’uomo credente e lo invia nel mondo sul suo stesso modello: la Trinità è stata la prima agenzia missionaria. 


Nella mattina della seconda giornata si sono susseguiti gli interventi di Kannard e Pollicino. Il primo si è focalizzato su una frase del credo di Nicea "professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati". In questo intervento ha provato a rispondere alla domanda, proveniente dal Cattolicesimo romano e da ambienti ecumenici liberal, se è possibile basare l'unità dei Cristiani sul comune battesimo. Alla luce dell'Evangelo la risposta è negativa. Esiste infatti una differenza abissale fra il battesimo inteso in senso sacramentale e salvifico e il battesimo del NT che è segno di una grazia e di una fede già ricevute. Anche in questo caso, stesse parole, mondi diversi. Possiamo serenamente confessare di professare un solo battesimo purché questo sia quello dell'Evangelo, credendo che l'unità dei credenti si fondi non su un mero rito esteriore, ma sulla fede in Cristo Gesù secondo le Scritture.


Infine, l’intervento di Pollicino ha voluto ancora una volta mostrare la rilevanza della dottrina della Trinità focalizzandosi sulla dottrina che la precede, cioè quella dell'Incarnazione. Il fatto dell'incarnazione determina la comprensione dell'umanità, non indifferenza a tutto ciò che la concerne, ma partecipazione sul modello del Dio che incarnandosi ha salvato l’umanità immedesimandosi con essa. La salvezza non intesa soltanto in termini giuridici o astratti, ma come restauro dell'immagine guastata dal peccato e dunque annuncio concernente tutto l'essere umano. Infine, l'adorazione non vissuta come sforzo emotivo, sentimentale per raggiungere Dio, ma realizzazione che in Cristo si è già stati raggiunti.


Oltre ad essere stato un momento di ascolto della Parola, istruzione e edificazione, la conferenza è stata una preziosa occasione per saldare o rinsaldare legami di comunione e cooperazione fraterna.


N. B. Le registrazioni audio e video saranno presto disponibili presso i canali Youtube della chiesa di Caltanissetta (qui) e sermonaudio (qui).