Karl Barth era evangelico? Risposte dalla Scozia

 
 

Ogni tanto la domanda ritorna: Karl Barth era evangelico? O meglio: gli evangelici considerano Barth uno di loro? Le risposte dipendono da chi e da dove sono date. L’ultima in ordine di tempo proviene dalla Scozia a firma del teologo evangelico Andrew T.B. McGowan, “Barth, Van Til and Torrance. Evangelical Reception of Karl Barth”, European Journal of Theology vol. 32/2 (2023) pp. 244-259. Il saggio riproduce l’intervento di McGowan alle giornate di studio on-line promosse dalla Fellowship of European Evangelical Theologians tenute il 4-5/11/2022 in occasione del centenario della pubblicazione del commento all’epistola ai Romani di Barth.

McGowan parte da ricordi autobiografici: da studente di teologia allo Union Theological Seminary di New York ebbe modo di incontrare ed apprezzare Cornelius Van Til, studioso di apologetica, grande critico di Barth e autore di due volumi (di 1000 pagine complessive!) sulla teologia del teologo tedesco. Per Van Til, Barth usava parole simili alla teologia protestante classica, ma la sua teologia era una negazione di essa. A parole diceva di combattere il liberalismo teologico, nei fatti formulava una nuova forma di liberalismo. Tornato in Scozia, McGowan fece la sua tesi di dottorato con la supervisione di James Torrance e frequentando anche le lezioni del fratello, Thomas Torrance. Qui incontrò la teologia barthiana attraverso la mediazione non acritica ma comunque convinta dei fratelli Torrance che fecero molto per divulgarla in Scozia.

La lettura negativa di Van Til ha condizionato la percezione evangelica maggioritaria in Scozia: dagli anni Settanta in poi, Barth è stato considerato un teologo inaffidabile ed esponente di una teologia più neo-liberale che neo-ortodossa. D’altra parte, alcuni settori del protestantesimo “conservatore” si sono allineati alla valutazione positiva dei fratelli Torrance, per certi versi ripresa in Europa da G.C. Berkouwer e negli USA da B. Ramm, D. Bloesch e G. Bromiley. Per questi evangelici, Barth era più vicino che lontano, più un alleato che un anniversario.

Un terreno di scontro in Scozia si ebbe nelle organizzazioni evangeliche studentesche. Da una parte la Inter-Varsity adottò posizioni critiche e di incompatibilità con la teologia di Barth; al contrario, lo Student Christian Movement fu molto impattato dal barthismo. Le loro vie si separarono.

McGowan sfiora alcune questioni per provare a testare il grado di evangelicità di Barth. Sulla dottrina della Scrittura, l’accettazione evangelica della Bibbia come parola ispirata e autorevole di Dio è effettivamente distante da quella barthiana secondo cui la Bibbia è una “testimonianza” alla Parola di Dio. Sulla vicinanza alla teologia riformata classica, sulle dottrine dell’elezione e dell’espiazione, Barth si discosta oggettivamente dalla scolastica riformata re-interpretando in chiave cristologica l’elezione (in Cristo sarebbero stati tutti eletti) e ontologica l’espiazione (nell’incarnazione di Cristo tutta l’umanità sarebbe stata beneficiaria della redenzione). Per i Torrance, Barth avrebbe recuperato Calvino e ancor più indietro Atanasio, uscendo dalle rigidità della teologia riformata classica. Al di là delle valutazioni storiche, si chiede McGowan, la teologia di Barth è biblica, nel senso di fedele e conforme alla Sacra Scrittura, dunque evangelica?

Il saggio di McGowan si conclude in modo un po’ evasivo. Per quanto la teologia dei fratelli Torrance (e quindi quella barthiana) sia stata influente in Scozia nei decenni Settanta-Novanta del Novecento, lo è ancora? Più radicalmente: esiste ancora la teologia barthiana? Dalla situazione della Chiesa di Scozia che ha progressivamente preso una direzione turbo-liberale su tutti i fronti dottrinali e morali possibili ed immaginabili, non si deve ricavare il fatto che la teologia barthiana non è “stabile” e quindi che è stata solo un passaggio che non ha fermato l’onda liberale, ma semmai l’ha sola ritardata di qualche decennio? Non è questo un motivo sussidiario per dare ragione a Van Til secondo cui il barthismo è stata una forma di neo-liberalismo solo mascherato di apparente ortodossia?

P.S. Su Karl Barth è utilissimo il fascicolo disponibile gratuitamente “Karl Barth 1886-1986”, Studi di teologia (prima serie) N. 18 (1986/2).