In Italia nessuna indagine sugli abusi dei preti?

 
 

Perché in Italia non c’è un’indagine indipendente sugli abusi di preti/religiosi cattolici? Ha fatto notizia l’incontro del 27 febbraio del card. Zuppi (presidente della Conferenza Episcopale Italiana) e dei vescovi Baturi (segretario CEI) e Ghizzoni (Servizio nazionale protezione minori della CEI) con alcune vittime di abusi da parte del clero italiano. Dopo quello di maggio 2023, si tratta del secondo incontro.

Nel novembre 2022 la CEI ha pubblicato un rapporto (il primo del suo genere) nel quale si riportavano 89 casi di abusi documentati negli anni 2020-2021da parte di 68 religiosi. Queste storie e relative denunce sono state raccolte dai centri di ascolto istituiti nelle diverse diocesi in tutt’Italia. Baturi ha anche dichiarato che l’archivio vaticano del Dicastero per la Dottrina della fede ha altre 613 denunce di abusi provenienti dalle diocesi italiane che fanno riferimento ad un periodo di tempo a partire dal 2000.

Questi dati meramente numerici non contengono altre specificazioni sul tipo di abuso perpetrato, sull’età delle vittime e degli abusatori e sugli eventuali processi canonici iniziati nei confronti di questi ultimi (ammesso e non concesso che siano iniziati). 

Prima della pubblicazione del rapporto, un’associazione di vittime era stata formata e, con l’hashtag #ItalyChurchToo, aveva iniziato a fare pressioni sulla CEI affinché facesse luce su un fenomeno da sempre coperto e minimizzato, ma che era ed è tragicamente reale.

Paesi come gli Stati Uniti, l’Irlanda, la Germania (migliaia di casi di bambini abusati, anche nelle chiese protestanti), la Francia (330.000 vittime di abusi), la Spagna (centinaia di migliaia di casi) e il Portogallo (4.800 minori abusati) hanno affidato ad indagini nazionali indipendenti il compito di far luce in modo possibilmente completo sugli abusi commessi da preti e religiosi cattolici. I rapporti che sono stati pubblicato a seguito di queste indagini hanno scoperchiato una vergognosa realtà per l’istituzione cattolica. In Italia, questa indagine terza ed indipendente non è mai partita. Perché?

Inoltre, mentre in altri Paesi, i preti predatori sono stati pubblicamente denunciati (con nome e cognome), in Italia la loro identità è ancora avvolta nel mistero, coperta dal segreto mantenuto dalla CEI. Mentre le diocesi rivelano i numeri dei casi denunciati, non danno informazioni su nient’altro, mantenendo i casi avvolti nell’opacità.  

L’associazione delle vittime Rete l’Abuso considera il rapporto della CEI uno “scherzo” e “vergognosamente inadeguato”. Per l’associazione, il fatto che siano indicati 68 predatori in soli due anni indica che il problema è serio e ancora in corso, mentre il fatto che siano occultati tanti altri dati indica un comportamento omertoso da parte delle autorità cattoliche. 

La domanda da farsi è: perché in Italia tutte le volte che si parla di chiesa cattolica si ha paura di promuovere la verità rispetto ai misfatti patrimoniali, sessuali, politici, ecc. dei suoi rappresentanti e delle sue istituzioni? Perché non ci sono inchieste indipendenti? Perché anche il giornalismo investigativo rimane bloccato e silente rispetto all’universo che ruota intorno alla chiesa cattolica? Altri Paesi di tradizione cattolica si sono da tempo affrancati dalla sudditanza culturale nei confronti dell’istituzione cattolica. Perché in Italia non ci sono inchieste come si deve e tutto viene coperto?

Evidentemente, la ritrosia della CEI è riflessa anche nella sottomissione culturale del giornalismo e della cultura italiana. E’ come se non si volesse disturbare il potere cattolico. E’ come se la chiesa cattolica dovesse essere sempre trattata presumendone l’immunità rispetto a tutto. Della serie: non bisogna disturbare il manovratore. Perché? Nessuno vuole capri espiatori e processi sommari, ma solo trasparenza, rendicontazione e giustizia per tutti, chiesa cattolica inclusa. 

P.S. Il tema tragico degli abusi riguarda tutte le istituzioni, anche le chiese evangeliche. Mentre si invoca trasparenza da parte della chiesa cattolica, le chiese evangeliche, le opere e le istituzioni evangeliche dovrebbero promuovere la cura e il risarcimento delle vittime e la pulizia interna.