Strano mondo il nostro (I). Un vocabolario vecchio e nuovo

 
 

In molti oggigiorno hanno la sensazione di vivere in un mondo decisamente strano, diverso e completamente nuovo rispetto a quello a cui si era abituati fino a non più di un paio di decenni fa. È come ritrovarsi ad essere Alice nel Paese delle Meraviglie dove consuetudini, abitudini e concetti dati per assodati sono stati completamente scardinati da una nuova rivoluzione sessuale che non invita semplicemente a trasgredire le vecchie regole morali, ma ad eliminarle del tutto dal piano della discussione. 

Come cristiani evangelici sentiamo di essere ritenuti bigotti, moralisti ed additati con qualsiasi termine a cui negli ultimi anni sia stato aggiunto “-fobico” (transfobico, omofobico…). In questa situazione si possono scegliere due strade o forse tre. Abdicare alla nostra chiamata e integrarci perfettamente nel nuovo mondo, ritirarci da esso e rifiutarlo in toto vivendo una fede intimistica ed eremitica o cercare di capirlo per viverci esercitando le responsabilità di una fede che lo impatti.

Queste sono le premesse che hanno portato Carl Trueman, teologo e storico della chiesa che insegna presso il Grove City College, a scrivere nel 2020 un libro diventato bestseller: The Rise and Triumph of the Modern Self. Cultural Amnesia, Expressive Individualism and the Road to Sexual Revolution (Wheaton, Crossway 2020) che ha esplorato in che modo il pensiero di alcuni filosofi moderni abbia portato a costruire un nuovo immaginario collettivo così difficile da decifrare. Il testo, nonostante la sua fortuna, è un volume di più di 400 pagine molto dettagliato ed accademico. Questo ha portato alla pubblicazione di Strange New World. How Thinkers and Activists Redefined Identity and Sparked the Sexual Revolution (Wheaton, Crossway 2022) che è l’editio minor del volume precedente. Come indica il sottotitolo, si prefigge il compito di ripercorre il percorso che ha portato pensatori e attivisti a ridefinire il concetto di identità fino ad innescare una rivoluzione sessuale come quella attuale. Trueman lo fa in modo semplificato e comprensibile ai più per aiutare le chiese a restare salde in questi tempi difficili.

Accanto all’accuratezza dello studioso, infatti, c’è una sensibilità pastorale per le vite delle persone che stanno vivendo in questo mondo confuso: per i ragazzi che ne sono immersi, per le generazioni adulte che faticano a comprenderlo e per la chiesa di Cristo che affanna e rischia di indietreggiare. 

Il testo, partendo da Cartesio ed arrivando agli attivisti LGBQT+, esplora in che modo la persona sia diventata l’“io”, l’“io” sia diventato sessualizzato ed il sesso sia diventato politicizzato fino a portare l’“io” interiore ad essere normativo per la realtà oggettiva esaltando i sentimenti individuali al di sopra di ogni altra categoria. 

Secondo l’autore per addentrassi in questa storia del pensiero bisogna prima equipaggiarsi con alcuni concetti fondamentali che fanno parte dell’attuale discorso pubblico: “io”, “individualismo espressivo”, “rivoluzione sessuale” ed immaginario collettivo.

L’io oggigiorno si riferisce al “vero me” che deve essere trovato per raggiungere la felicità. Un me che nasce libero e che ha la possibilità di costruire la sua identità, un me capace di esprimere all’esterno quello che sente dentro e che la società deve riconoscere valido in quanto espressione dell’individuo.

L’individualismo espressivo è infatti l’idea secondo cui ognuno deve vivere secondo il proprio sentire, mostrando all’esterno pensieri e sentimenti dell’io interiore che diventano norma per me e per chi mi sta intorno. In questo senso sentimenti e desideri sessuali non possono mai essere messi in discussione da nessun altro all’infuori di me perché solo l’io conosce sé stesso e può realizzare la propria individualità.

La rivoluzione sessuale non è quindi più considerata il ripudio di codici morali; è l’idea che tali codici non esistano poiché solo agendo in base al proprio essere si può raggiungere la felicità ed essere una persona autentica. In questo senso, ogni atto o desiderio sessuale è privato di una connotazione morale e il piano etico è spostato semplicemente sull’idea del consenso.

Tutto ciò ha plasmato e sta cambiando probabilmente per sempre l’immaginario collettivo. Un insieme complesso di filosofia, tecnologia, cultura pop sta plasmando il modo in cui ci relazioniamo con la sessualità ed anche il modo in cui pensiamo al mondo e a noi stessi al suo interno. Un insieme così complesso di fattori evidentemente pone molte questioni a cui non c’è una singola risposta, ma vale la pena di provare a comprenderlo nell’ottica dell’evangelo.

(continua)