Quell’incontro che cambiò la vita di una famiglia. Un tributo a Paul e Gertrud Stilli

 
 

Questa è una microstoria famigliare. Nel 1968, 57 anni fa, l’evangelo è entrato in una famiglia italiana “normale”, la mia: distrattamente religiosa, dedita a devozioni malsane, priva di alcun senso della Buona notizia di Gesù Cristo. Poi, 57 anni fa, una coppia di giovani missionari svizzeri, Paul e Gertrud Stilli, fecero visita alla mia famiglia portando il vangelo. Fu una visita che segnò uno spartiacque.


Racconto un pezzetto di quella storia nel libro Come parlare del Vangelo ai cattolici? in corso di pubblicazione presso l’editore Coram Deo. Quel cameo viene riprodotto qui sotto. A distanza di tanti anni, proprio ieri, Paul e Gertrud hanno visitato i miei genitori rinnovando i legami di fraternità in Cristo e riempendo i nostri cuori di gratitudine al Signore per quell’incontro benedetto.


Ecco la storia:  


“Mio padre era un cattolico devoto. Anche se non frequentava regolarmente la Messa, si impegnava seriamente nelle pratiche cattoliche. Era particolarmente devoto a Sant'Antonio, un santo medievale portoghese. Teneva un santino nel portafoglio. Lo baciava prima di andare a letto.

Ogni anno andava in pellegrinaggio sulla tomba del santo a Padova. Si sentiva parte della Chiesa cattolica romana. Accettava che la chiesa si occupasse della sua vita religiosa e continuava la sua vita, assicurandosi solo di ricevere i sacramenti di tanto in tanto e di pregare il suo santo. Dio era troppo lontano per lui, troppo distante, troppo ultraterreno per essere conosciuto e avvicinato. La chiesa era quindi l'agenzia di mediazione su cui poteva contare. Sant'Antonio era il santo che sentiva vicino. La vita di mio padre era rispettabile dal punto di vista religioso ma vuota dal punto di vista spirituale, piena di devozione ma vuota di Vangelo. Questo è ciò che il cattolicesimo romano gli aveva insegnato. Il suo cuore era inquieto e Dio era lontano. 


Un giorno la nostra famiglia fu visitata da una coppia di missionari dalla Svizzera. Parlavano un italiano stentato, ma erano abbastanza coraggiosi da voler evangelizzare gli italiani. Bussando alla porta di casa, fecero due semplici domande: "Siete cristiani?". La risposta fu semplice. "Sì, certo; siamo italiani!", risposero i miei genitori con una punta di sorpresa. Essere italiani equivaleva a essere cristiani. La seconda domanda fu: "Avete mai letto la Bibbia?".

Rivolgendosi a mia madre perplessa, mio padre rispose: "Tesoro, abbiamo una Bibbia a casa?". "No", rispose lei. Questo era un segno del cattolicesimo romano tradizionale, soprattutto prima del Concilio Vaticano II: una mancanza di alfabetizzazione biblica e una vita piena di tradizioni e pratiche spesso contrarie al semplice insegnamento biblico. La lettura della Bibbia fu l'inizio di un percorso che portò sia mio padre che mia madre a nascere di nuovo. Poco dopo, io e mio fratello maggiore li abbiamo seguiti. 


La mia storia è quella di una riforma personale e familiare secondo il Vangelo. Questa è stata la storia di milioni di ex cattolici in tutto il mondo, cresciuti in una tradizione religiosa con poca o nessuna esposizione alla Bibbia e con idee inesatte sul Vangelo.

Pensavano di essere cristiani perché erano stati battezzati, ma non erano nati di nuovo. Sono stati salvati scoprendo il messaggio della Bibbia e la buona notizia della salvezza in Cristo solo, ricevuta per sola fede. Questa è stata la medicina per la salvezza della mia famiglia. Ecco perché dobbiamo parlare di Gesù ai nostri amici cattolici”. 


Sin qui la storia. Il libro Come parlare del Vangelo ai cattolici? si apre con una dedica, a ricordo di quell’incontro e per incoraggiare il proseguimento di quella storia in tante altre storie di testimonianza evangelica.


“Desidero dedicare questo libro a Paul e Gertrud Stilli. La storia di questa coppia di missionari svizzeri (in servizio con Operazione Mobilitazione) verrà brevemente raccontata nel capitolo 2. Alla fine degli anni Sessanta bussarono alla porta dell’appartamento della mia famiglia a Mantova, ponendo a mio padre e mia madre due semplici domande che Dio usò per cambiare la loro vita – e la mia (allora ero solo un bambino).

Portarono il Vangelo nella nostra casa anche se la loro padronanza della nostra lingua era limitata. Condivisero con i loro nuovi amici cattolici la buona notizia di Gesù. Con il loro esempio di zelo missionario, tra tutte le difficoltà del caso, Dio ha cambiato la mia vita. Con questo libro, voglio incoraggiare tutti i credenti a fare ciò che loro fecero allora: parlare con gli amici cattolici!”.