La formazione di Tim Keller (IV). Da New York al mondo
La fama di Tim Keller (1950-2023) è legata all’esperienza della chiesa Redeemer di New York, una chiesa presbiteriana nel cuore della città. E’ nella Grande Mela che il ministero di Keller ha conosciuto un’inaspettata e rapida crescita in termini qualitativi e quantitativi, tanto da diventare, da gruppetto di persone dedicato alla fondazione nei primi anni Novanta, una delle chiese locali più conosciute nel mondo evangelico.
Come ci è arrivato Keller a New York, visto che la sua vita precedente lo ha visto muoversi tra la Pennsylvania (Philadelphia) e il Massachusetts (Boston)? Anche del Keller “maturo” a New York parla la biografia di Collin Hansen, Timothy Keller. His Spiritual and Intellectual Formation, Grand Rapids, Zondervan 2023.
Dopo la laurea in teologia alla facoltà Gordon-Conwell, Keller diventò pastore della Presbyterian Church in America (PCA), la più grande denominazione presbiteriana evangelica negli Stati Uniti. Il suo primo incarico pastorale fu in una piccola chiesa a Hopewell (Virginia), una cittadina industriale di poco meno di 30.000 abitanti.
Qui Keller fece i primi passi come pastore, senza particolari sussulti. Il primo pastorato si concluse quando Keller accettò di diventare professore associato alla facoltà di teologia di Westminster. Non si può dire che quegli anni siano stati memorabili tanto quanto quelli trascorsi a New York. A Hopewell, il servizio di Keller fu fedele ma anonimo.
Infatti, quando all’interno delle chiese PCA si iniziò a parlare di un’opera di fondazione di chiesa a New York, Keller fu scelto come parte del gruppo di pastori che avrebbe dovuto selezionare i candidati. Fu quando le prime scelte declinarono una dopo l’altra che lui sentì una “chiamata” ad essere lui con Kathy a rispondervi. Con il senno di poi, fa sorridere pensare che Keller fu una scelta di ripiego per New York. In realtà, è nella Grande Mela che i suoi doni sono “esplosi”.
Su spinta del missiologo Harvie Conn, a Westminster Keller aveva iniziato ad occuparsi di missione urbana. Poi aveva fatto una ricerca sui ministeri di misericordia (mercy ministries), cioè le opere diaconali delle chiese a favore di persone disagiate nei grandi centri.
Questo lavoro pregresso lo aveva preparato a partecipare alle discussioni degli Anni Ottanta sulla necessità di investire nella fondazione di chiese nelle grandi città. Infatti, a causa della secolarizzazione, dei costi crescenti e dell’ambiente culturalmente ostile delle metropoli americane, molte chiese evangeliche erano state chiuse e molte iniziative evangelistiche fermate.
Di fronte a questa ritirata dalle città, un numero crescente di evangelici avvertì la necessità di invertire la rotta. Keller si trovò in mezzo a questi discorsi e, per un provvidenziale concorso di cause, ne diventò il front-runner.
I Keller si trasferirono a New York nel 1989. Lì si formò un gruppo di 40-50 persone che prima partecipavano ad incontri informali di preghiera per la città. Fu l’inizio della chiesa Redeemer. In due anni, i membri diventarono 1000, la maggior parte dei quali neo-convertiti (non credenti provenienti da altre chiese) generando un budget di circa un milione di dollari l’anno.
Senza particolari elementi attrattivi (né musica né programmi), Redeemer cominciò a raccogliere tanta gente desiderosa di ascolta questo quarantenne che predicava come un avvocato americano (à la Perry Mason?) e che rendeva il vangelo tanto maestoso in dottrina quanto vicino alle persone.
La sua era una predicazione apologetica in cui pareva “leggere” il cuore della città e presentare la buona notizia di Cristo. Lo stesso Keller ha parlato di un contemporaneo “risveglio ecclesiale”, cioè nel contesto della chiesa.
Ad inizio degli anni Duemila, i membri erano diventati 5.000. Dopo aver peregrinato per vari edifici (un edificio di culto avventista, un altro unitariano, una scuola, ecc.), nel 2012 Redeemer aprì un proprio locale di culto a Manhattan con un investimento di 50 milioni di dollari. Nel 2008 Keller pubblicò il suo primo libro: Ragioni per Dio, forse il suo più famoso.
Erano passati vent’anni dall’inizio della chiesa. Per vent’anni Keller è rimasto zitto, concentrato sull’opera della chiesa. E’ come se Dio lo stesso preparando per quello che sarebbe venuto. Invece di immediatamente pubblicare, scrivere blog, rilasciare interviste, ecc. Keller consolidò l’opera affidatagli per poi condividere le lezioni imparate una volta avuta conferma dell’approvazione di Dio.
Da New York, l’influenza diventò mondiale con libri, iniziative di fondazione di chiesa nel mondo, conferenze, ecc. Keller è diventata una personalità evangelica conosciuta in tutto il mondo.
Come riassumere il ministero di Keller e la testimonianza della chiesa Redeemer? Ecco come la sintetizza Hansen: Keller è stato molto efficace nel fare sintesi di pensieri diversi e di semplificarli per la comprensione di tanti.
Più che un pensatore originale, è stato un intelligente aggregatore di sapienza. Poi, ha saputo combinare ad un livello alto e virtuoso le istanze intellettuali e quelle della pietà della vita cristiana. Hansen lo avvicina ad una personalità della generazione precedente come John Stott (265).
In più, è stato al centro di un movimento ecclesiale (non para-ecclesiale) che ha ricordato al mondo evangelico che la missione cristiana ha la chiesa al centro, fedele al vangelo, non fuori dal mondo, non sopraffatta dal mondo, ma votata ad essere un laboratorio della contro-cultura evangelica.
(fine)
Della stessa serie:
“La formazione di Tim Keller (I). La famiglia (in parte) italiana” (27/5/2025)
“La formazione di Tim Keller (II). Kathy, ‘donna coraggio’” (30/5/2025)
“La formazione di Tim Keller (III). Da Ligonier a Westminster” (9/6/2025)