Appunti di storia dell’AEI (VI): la presidenza Mazzeschi (2002-2013) e la stabilizzazione

 
 

N.B. Quest’anno ricorrono i 50 anni dalla costituzione dell’Alleanza Evangelica Italiana (1974-2024). In questa serie di articoli verranno tratteggiati alcuni appunti in vista di una storia dell’AEI, ancora tutta scrivere. Si tratta di tracce e spunti per fare memoria. 

La storia dell’AEI si può riassumere (e forse semplificare) secondo una periodizzazione che coincide con le diverse presidenze che si sono succedute. La seconda parte degli Anni Settanta e gli Anni Ottanta, sotto la presidenza Milazzo, hanno visto l’Alleanza costituirsi e intraprendere una serie di attività volte a posizionare la sua presenza nello scenario italiano e internazionale. Gli Anni Novanta hanno visto succedersi varie presidenze (Sgrò, Piccolo, Giuni, Sottile) e sono stati caratterizzati da tanti stop-and-go che, anche se non hanno impedito iniziative significative nel campo della libertà religiosa e della valorizzazione dell’identità evangelica, hanno frammentato la continuità istituzionale dell’AEI.

Nel 2002 inizia la presidenza di Roberto Mazzeschi che avvia un decennio di relativa crescita e consolidamento. Provenendo dalla Chiesa Apostolica, si intrecciano più solide relazioni con il mondo pentecostale. In occasione del 30° anniversario dalla costituzione (2004), all’assemblea annuale viene ricordato che “l’AEI non è stata un’iniziativa di individui, ma un ‘processo’ ancora in atto: c’è tuttora il tarlo del particolarismo, ma l’inversione di tendenza c’è stata e, per la grazia di Dio, va avanti!” (Ideaitalia IX 2005/1, p. 2). Nel 2006, l’AEI promuove le celebrazioni del centenario del movimento pentecostale sottolineando il carattere evangelico del movimento e la sua appartenenza alla famiglia evangelicale allargata. Nel 2011 inizia il dialogo tra AEI e Federazione delle Chiese Pentecostali che porterà alla redazione congiunta del documento “La Scrittura e lo Spirito Santo”. Esso rappresenta un’importante piattaforma di convergenza teologica all’interno dell’evangelismo italiano proprio su un locus - quello della Scrittura nel suo rapporto con lo Spirito Santo – particolarmente strategico per la fede cristiana. 

A questo decennio appartiene anche il documento “Un contributo evangelico ai lavori della Convenzione europea” (2003) che testimonia la volontà dell’Alleanza di partecipare in modo costruttivo alla discussione sul futuro dell’Europa, ben oltre il dibattito sul riferimento a Dio nel preambolo, e cercando di modulare una proposta anche per l’architettura istituzionale e le dinamiche interne ai vari corpi della realtà europea.

I rapporti con le altre espressioni religiose figurano sempre in primo piano. La commissione teologia e dialogo elabora un documento “Alleanza e co-belligeranza: quando è biblicamente giusto collaborare?” (2011) per rimarcare il principio che mentre la fede evangelica non può compromettersi nel fare “missione” ed “evangelizzazione” con chi ha del vangelo un’altra comprensione (ad esempio, il cattolicesimo romano), è chiamata a collaborare con tutti per il bene comune in azioni volte a salvaguardare la libertà religiosa, la vita, la famiglia, ecc. Sul fronte del confronto con l’islam, viene redatto un importante documento: “Evangelo e islam. Affermazioni e negazioni sulla testimonianza cristiana” (2011, in collaborazione con Meta Onlus e sottoscritto da decine di opere e missioni evangeliche) per ribadire la diversità cristiana rispetto all’islam senza che questo determini atteggiamenti islamofobi. 

Nel 2007 si ha un altro confronto pubblico tra AEI e FCEI su “Visioni dell’unità evangelica”. Dopo quelli dei decenni precedenti tra Milazzo e Bensi, Sottile e Long, è la volta del presidente FCEI Domenico Maselli e il vice-presidente AEI Leonardo De Chirico. Viene ribadito che l’unità evangelica per l’Alleanza è tra i “nati di nuovo”, non tra i battezzati delle chiese e men che meno tra i vertici di istituzioni ecclesiastiche. La distanza tra protestantesimo ecumenico ed evangelicalismo è ribadita.

Nel 2007 viene organizzato un “Raduno per la libertà religiosa”, nella tradizione dei raduni precedenti (1999) e a testimonianza del fatto che la decennale discussione sulla legge sulla libertà religiosa non ha ancora fatto passi significativi in avanti. L’AEI è in grado di portare un migliaio di persone in piazza per perorare la causa della libertà religiosa in Italia e nel mondo. Il 29 giugno 2010 si tiene la “Marcia per la libertà religiosa e il pluralismo dell’informazione” per le strade di Roma con manifestazione conclusiva a Campo dei Fiori con più di mille partecipanti da tutt’Italia e con una certa eco pubblica. Nei giorni precedenti vi era stato anche un sit-in davanti alla sede della RAI per chiedere il rispetto del pluralismo dell’informazione pubblica, colpevolmente silente sulla realtà degli evangelici.

Questa rinnovata visibilità pubblica dell’AEI sfocia in alcuni eventi simbolici come la visita del sindaco di Roma (Gianni Alemanno) all’assemblea del 2011, il convegno “Cristiani per la Nazione” al Parlamento (2012) e l’interlocuzione con vari ministri dei governi italiani (Kyenge, Alfano, ecc.). Mentre la vita interna dell’Alleanza viene mantenuta tramite gli appuntamenti di preghiera dell’IDOP e della Settimana Internazionale di Preghiera e tramite la Domenica della memoria, rimangono ancora ampie aree dell’evangelismo italiano che non sono in rete rispetto alle iniziative dell’Alleanza. L’AEI ha una certa stabilità operativa, anche in presenza di numeri ancora risicati.

(continua)

Della stessa serie:
“Appunti di storia dell’AEI (I): i primi tentativi ottocenteschi” (28/3/2024)
“Appunti di storia dell’AEI (II): il Novecento evangelico e i passi verso la costituzione” (3/4/2024)
“Appunti di storia dell’AEI (III): il congresso di Losanna e la relazione Bono” (9/4/2024)
“Appunti di storia dell’AEI (IV): l’avvio promettente (1976-1986)” (15/4/2024)
“Appunti di storia dell’AEI (V): le transizioni degli Anni Novanta” (22/4/2024)