Calvin Seerveld (1930-2025). Estetologo riformato

 
 

Nel secondo Novecento evangelico, il nome di Calvin Seerveld (1930-2025) è quello di uno studioso che ha promosso l’estetica riformata in ambito accademico e popolare. Americano di nascita, ma intellettuale globale, Seerveld scrisse la sua tesi di dottorato sull’estetica di Benedetto Croce per poi insegnare per alcuni decenni all’Institute for Christian Studies di Toronto. Studioso di Dooyeweerd e Vollenhoven, ha fatto avanzare la riflessione neo-calvinista nella storia dell’arte e dell’estetica.

Il suo pensiero è stato così riassunto:

  1. L'estetica è parte integrante del tessuto della realtà creata, e le norme estetiche possono essere violate o ignorate solo a caro prezzo.

  2. Le arti, nonostante la loro varietà e il loro continuo sviluppo, costituiscono una sfera unitaria distinta dalle altre sfere dell'impegno culturale, offrendo opportunità di servizio vocazionale ai cristiani di oggi.

  3. L'estetica non si limita solo alle arti, così come le arti hanno molte sfaccettature oltre a quella estetica.

  4. Il significato fondamentale dell'estetica – e la caratteristica distintiva delle arti – è l'“allusività” o “immaginatività”. 

In italiano, di Seerveld abbiamo due voci del Dizionario di teologia evangelica, a cura di P. Bolognesi, L. De Chirico, A. Ferrari, Marchirolo (VA), EUN 2007, rist. 2012.

Alla voce “Arte” si legge:

L’arte cristiana è veramente tale se s’attiene a ciò che per essa è normativo nel mondo che appartiene al Signore e se trasmette il bisogno per la nostra esistenza di creature corrotte dal peccato della riconciliazione con Dio tramite Gesù Cristo

Alla voce “Estetica” si legge:

Il riformatore Giovanni Calvino vedeva la bellezza visibile del creato come uno specchio della gloria di Dio; l’arte divenne un dono di Dio all’umanità per aiutare gli uomini e le donne a riconoscere la bellezza, una specie di rivelazione generale di Dio. A Princeton nel 1898, Abraham Kuyper insegnò nella stessa linea di Calvino e formulò in modo piuttosto idealistico ciò che sarebbe poi diventata quasi la principale tradizione fra i pensatori protestanti evangelici: l’arte ha il compito di far ricordare a quelli che bramano di andare in cielo la bellezza che una volta fu persa ed il perfetto splendore che sta per venire.

E poi: 

Un diverso tentativo odierno di formulare una teoria filosofica estetica radicalmente cristiana richiede una completa riforma della tradizione ricevuta e costruisce una diversa struttura categorica. La legge determinante di Dio per il lato estetico della vita e dello stile a cui si deve obbedire è il regolamento dell’allusività, dove l’attività deve essere governata dalla giocosità e dalla sorpresa. Gli artisti sono chiamati a cogliere nella creazione le cose e gli avvenimenti con un’imitazione costruita con immaginazione e caratterizzata da una pienezza di sfumature. Gli artisti non vengono intesi come imitatori di Cristo che si incarna, ma come servitori capaci di creare simboli pieni di significato per chiunque abbia occhi per vedere ed orecchie per udire. Le opere d’arte sono delle metafore e delle parabole che esprimono il carattere di persone umane viventi e seriamente impegnate sotto il dominio venturo di Cristo. Se un’opera d’arte è frivola, essa deve essere caritatevolmente criticata; se è debole, deve essere aiutata da una saggezza illuminata; se è fertile dovrebbe essere lodata con ringraziamenti. Una teoria estetica cristiana formerà un’enciclopedia delle arti speciali e della letteratura che evita ogni gerarchia classificante. Essa accoglierà l’arte collegata ad impegni speciali, come la ritrattistica commemorativa, i monumenti, la pubblicità e la liturgia, ma promuoverà anche il teatro, i concerti, i dipinti nei musei, ed i romanzi, che hanno un loro speciale contributo da dare alla società. L’estetica cristiana rende chiaro che il nostro stile, le opere d’arte, la critica e la teoria dell’estetica e di ciò che è artistico nella storia verranno giudicati secondo i propri frutti di redenzione nel giorno finale di Dio

Seerveld aveva anche contribuito al fascicolo Aa.Vv., “Prospettive cristiane sull’arte”, Studi di teologia N. 15 (1996).

Ancora oggi, se nel mondo evangelico si è ripreso a parlare di arte, è perché secoli dopo Calvino ma riprendendo la sua lezione, personalità come Calvin Seerveld e molti altri hanno recuperato e rilanciato la chiamata cristiana a vivere tutta la vita (arte compresa) per la gloria di Dio, consapevoli delle distorsioni del peccato ma anche dell’abbraccio totalizzante della redenzione di Cristo.