Che chiesa vogliamo essere (II). Chiesa “dressée”, cioè ordinata

 
 

Se una chiesa viene fondata (implantée), ma poi non viene educata e curata (dressée), allora il risultato sarà una chiesa disordinata e disfunzionale. Così pensava Giovanni Calvino, il riformatore francese che a Ginevra aveva promosso la riforma evangelica incentrata sulla catechesi diffusa e sulla vita ordinata della chiesa in vista della maturazione di ogni membro. Dopo la fondazione della chiesa deve avvenire la strutturazione della chiesa, cioè il passaggio dalla fase pionieristica ad una contrassegnata da maggiore stabilità. La vita della chiesa è paragonabile a quella di una persona: dai primi vagiti alla maturità, dalla precarietà alla solidità.

“Dressée”: riprendendo il linguaggio di Calvino, questa è una delle metafore usate dal fascicolo “Discepoli che discepolano”, Studi di teologia, N. 64 (2020), su cui la chiesa Breccia di Roma Prati ha incentrato una serie di predicazioni dal titolo “Che chiesa vogliamo essere?”. Le metafore che possono aiutare a far crescere una cultura del discepolato nella chiesa locale sono: torrente, dressée (formata/organizzata), alveare, catalizzatore, vivaio, essenza, pit-stop e radice.

Dopo aver esplorato la metafora della chiesa torrente, una chiesa “dressée” è una chiesa ordinata, curata, edificata in modo sano secondo il modello biblico nella quale il profilo istituzionale è consolidato e che contemporaneamente cresce, matura, e può quindi dedicarsi alla testimonianza esterna. Calvino dedicò il suo impegno a far maturare la chiesa tramite la redazione delle Ordonnances ecclésiastiques (1541) che diedero una configurazione ordinata alla vita della chiesa: i suoi ministeri, il culto, la disciplina dei membri, la diaconia. Insomma, si trattava di fare un passo avanti nella vita della chiesa non solo pensandola in modo occasionale o episodico, ma come un corpo ordinato in tutti i suoi aspetti: istituzionale, insegnamento e formazione, liturgia, servizi, evangelizzazione e missione. 

Una chiesa “dressée” è una chiesa che impara ad essere tale, ad esempio, dal capitolo 4 della lettera di Paolo agli Efesini. Una chiesa ordinata infatti muove i suoi passi riconoscendo prima di tutto di essere composta da membri che godono dell’unità data da una sola fede in un solo Dio. L’unità di cui Paolo parla e ci invita a conservare è l’unità voluta e istituita da Dio Padre, realizzata in Cristo mediante il suo sacrificio propiziatorio e alimentata dallo Spirito Santo. È la sola fede nell’unico e solo Signore Cristo Gesù, figlio unigenito di Dio e Padre al di sopra di tutti che ci accomuna e ci unisce indissolubilmente in un unico corpo tenuto in vita da un solo Spirito. Una chiesa educata è quindi, prima di tutto una chiesa che è consapevole di quale sia il suo fondamento e da dove arrivi la sua identità. 

Una chiesa “dressée”, pur riconoscendo l’unità che la caratterizza, non è un monolite, ma si arricchisce grazie allo sviluppo dei diversi doni e talenti di ogni membro. La catechesi diffusa permette ad ogni membro di crescere e maturare secondo la misura della grazia ricevuta per la propria crescita personale e per servire, arricchire e edificare la chiesa in vista del perfezionamento dei santi. Le chiese in cui i membri fungono da spettatori rispetto a pochi che esercitano le responsabilità ministeriali rischiano di diventare corpi con membra atrofizzate, incapaci di ossigenare l’intero corpo e con il rischio di mandarlo in cancrena. 

Una chiesa curata infine, è una chiesa che si fa rinnovare continuamente dallo Spirito e guidare dalla sola verità del Vangelo di Cristo. Sono svariate le istituzioni umane (anche religiose!) ben organizzate e strutturate, eppure nessuna di queste è in grado di salvare dai peccati e trasformare le vite dei suoi membri. Una chiesa ordinata ma che non ha al centro il Vangelo di Cristo e che non si lascia guidare dallo Spirito Santo è un’istituzione vuota e inutile. 

Domandiamoci: quante chiese sono state “implantées” ma non sono mai state veramente “dressées”? Quante chiese sono iniziate ma mai veramente maturate? Non c’è uno statuto per la vita della chiesa, i ministeri non sono riconosciuti e credibili, non ci sono processi intenzionali di discepolato, le attività sono episodiche e senza strategia, i culti sono raccogliticci … questi sono tutti segnali di una vita di una chiesa che può essere stata fondata, ma non è ancora maturata. Abbiamo bisogno di fondare nuove chiese, certamente! Ma abbiamo bisogno anche che le chiese fondate (10, 20, 30 anni fa) siano “dressées”, curate, ordinate, stabilizzate, per tenere alta la testimonianza dell’evangelo e non farla galleggiare in una palude inconcludente.