Louisville chiama Roma. Una conferenza sul cattolicesimo della Reformanda Initiative

 
 

La facoltà di teologia battista di Louisville (Southern Baptist Theological Seminary) è una delle istituzioni accademiche evangeliche più grandi e prestigiose degli Stati Uniti. I suoi numeri imponenti e i suoi docenti qualificati non sono gli unici indicatori che fanno di questa facoltà un fiore all’occhiello del mondo evangelico. Tra le sue eccellenze, certamente di rilievo minore rispetto ad altre, è il fatto che, nel curriculum offerto agli studenti, c’è un corso istituzionale sul cattolicesimo romano. 

Può sembrare strano, ma oggi è raro trovare in una facoltà di teologia evangelica un’attenzione alla lettura teologica del cattolicesimo romano. I corsi sul cattolicesimo, per chi li aveva, sono silenziosamente scomparsi dal curriculum, forse resi ridondanti dal clima ecumenico che si respira o forse resi ingombranti considerato l’abbassamento del profilo identitario dell’evangelicalismo. Sta di fatto che nelle facoltà di teologia evangeliche il cattolicesimo non si insegna più. Il Southern è un’eccezione, anche grazie anche all’impegno del prof. Gregg Allison, autore tra l’altro di importanti libri sulla lettura evangelica del cattolicesimo (Roman Catholic Theology and Practice, 2014 e 40 Questions About Roman Catholicism, 2021). 

Non sorprende, allora, che proprio a Louisville si è tenuto un seminario intensivo sul cattolicesimo romano in partnership con la Reformanda Initiative (22-24 febbraio). Il seminario è stato integrato al corso istituzionale della Facoltà di teologia e aperto ad uditori esterni (pastori, ex-studenti, cultori della materia). 84 partecipanti (due terzi dei quali studenti in corso) hanno preso parte al programma di lezioni e discussioni. 

I temi affrontati sono stati la natura cattolica e romana del cattolicesimo romano, l’importanza del Vaticano II per capire le dinamiche del cattolicesimo contemporaneo, le implicazioni missiologiche nel cattolicesimo post-Vaticano II, il rapporto natura-grazia e il prolungamento Cristo-chiesa come cardini del sistema teologico cattolico, i motivi dell’attrazione di ambienti evangelici verso il cattolicesimo. Alle lezioni sono seguite intense sessioni di dibattito coi partecipanti in cui vari aspetti sono stati approfonditi e contestualizzati.

Si è confermata l’importanza di generare e nutrire il discernimento evangelico nei confronti del cattolicesimo. Proprio la settimana precedente il seminario della Reformanda Initiative, il Southern aveva ospitato una conferenza di Robert George, costituzionalista e filosofo del diritto dell’Università di Princeton, nonché intellettuale cattolico di primo piano negli USA. George è un filosofo tomista che propone la valorizzazione della “legge naturale” come base su cui evangelici e cattolici culturalmente “conservatori” possono trovare il terreno fecondo del loro comune impegno intellettuale nella società americana post-cristiana. Con la “legge naturale” interpretata in senso tomista, molto evangelici sono attratti verso tutto il sistema tomista (e dunque cattolico romano), non sempre partendo da una robusta teologia biblica della creazione, ma riconoscendo nell’impianto filosofico cattolico la via per affrontare le sfide della secolarizzazione attuale. Si capisce allora perché il cattolicesimo possa rappresentare un polo di richiamo anche per questo pezzo di evangelicalismo americano.

Il preside della facoltà, il prof. Al Mohler, ha giustamente inquadrato il dialogo con George e la cultura cattolica come attestazione di “co-belligeranza” nel contesto di una società pluralista. Giusto. Non tutti, però, mantengono questa posizione e sono semmai indotti a pensare che le differenze tra il cattolicesimo romano e la fede evangelica siano oggi di natura secondaria. Di qui la necessità di tenere alta l’attenzione del mondo evangelico sulla natura del cattolicesimo romano che, se da un lato, usa le stesse parole della fede cristiana, dall’altro le intende e le usa in un modo e in un mondo diverso dal significato biblico. In conclusione, molti partecipanti hanno espresso apprezzamento indicando come il seminario li abbia aiutati ad avere chiavi di lettura del cattolicesimo come “sistema” che prima non avevano. E’ stata un’ulteriore indicazione di come il servizio della Reformanda Initiative stia acquisendo sempre più un profilo riconosciuto a livello internazionale.