Dopo il Keller Center, il Carson Center

 
 

Dopo i maestri, ci saranno discepoli? Stiamo vivendo tempi di transizione nel mondo evangelico internazionale. Almeno dal punto di vista nordamericano, la generazione dei “padri” della prima generazione del terzo millennio sta passando per motivi anagrafici: la domanda che molti si fanno è cosa succederà dopo che Tim Keller, Don Carson e John Piper non ci saranno più? E’ indubbio che questi tre abbiano avuto una grande influenza su decine di migliaia di pastori, chiese e studenti e milioni di credenti evangelici in giro per il mondo. Come si trasmetterà la loro eredità?

Uno dei modi in cui la Gospel Coalition, la piattaforma evangelica creata da Carson e Keller e che ha contribuito in modo significativo alla popolarità dei tre e di tanti altri, sta progettando di valorizzare e trasmettere il loro lascito è l’istituzione di centri di studio e di formazione dedicati a giovani interessati ad assimilarlo.

Già nel 2023, prima ancora della scomparsa di Keller, è stato lanciato il Keller Center for Cultural Apologetics, un’iniziativa volta a formare predicatori ed apologeti sulla scia dell’apologetica culturale e dell’omiletica contestuale di Keller. Il Keller Center offre corsi online e altri iniziative volte allo scopo.

E’ di poche settimane fa la notizia che, sulla scia del Keller Center, è stato ora lanciato anche The Carson Center for Theological Renewal. Il centro prende il nome da Donald Carson (1946- ), tutt’ora molto attivo. Canadese e battista riformato, studioso del Nuovo Testamento (eccellente è il suo commentario sul vangelo di Giovanni ed innumerevoli e tutti qualificati i suoi contributi su questioni linguistiche e filologiche) Carson si è anche aperto alla teologia sistematica e all’apologetica, immettendo anche in queste discipline il suo acume teologico e la sua brillantezza intellettuale. Oltre ad essere venuto in Italia più volte, alcuni libri di Carson sono stati tradotti dalla edizioni GBU, tra cui spiccano i titoli apologetici L’intolleranza della nuova tolleranza e Fino a quando oh Signore e il saggio “Male e sofferenza di fronte a Dio buono e sovrano”, Lux Biblica VI (1995) N.12, pp. 1-76, mentre il suo contributo più come biblista è attestato nel saggio “L’ermeneutica: una breve valutazione di alcune tendenze recenti”, Studi di teologia VI (1983/2) N. 12, pp. 216-251.

Il Carson Center si prefigge di alimentare il rinnovamento biblico delle chiese evangeliche mettendo a disposizione risorse per lo studio biblico ai conduttori di studi biblici e ai cultori della teologia biblica. L’intento sembra essere quello di incoraggiare lo studio della Bibbia prendendo come modello l’acribia dello studio e l’intreccio tra esegesi, pastorale e cultura che ha reso Carson famoso nel mondo.

Qual è l’eredità di Carson? Qualcuno ha suggerito questa frase ad effetto e per certi versi portatrice di un ossimoro: nel mondo evangelico Carson è “una voce profetica dal centro”. In genere le voci profetiche sono borderline, con tratti antagonisti e toni arrabbiati. Carson è stato a suo modo un “profeta” che, nelle diatribe degli anni Settanta e Ottanta sullo statuto e sull’interpretazione della Bibbia, ha difeso e sviluppato la posizione evangelica classica nel mondo accademico e non solo. Lo ha fatto con passione, ma senza scomporsi e senza alzare inopportunamente i toni. E’ stata una voce dal centro, espressione dell’evangelicalismo classico: biblico, protestante, evangelico, radicato nella Scrittura, consapevole dell’eredità storica della chiesa, attento alle questioni ecclesiali ed apologetiche. E’ stato (ed è tutt’ora) un profeta al centro, dentro il “sistema” evangelico (tra l’altro testimoniato dal suo servizio anche all’interno dell’Alleanza Evangelica Mondiale). 

Forse è proprio la “centralità profetica” di Carson un tratto della sua eredità teologica. In un mondo evangelico polarizzato e chiassoso, la pacata e pensosa voce profetica di Carson ha contributo a dare stabilità ad un movimento e a mantenere in asse i suoi equilibri. Oggi il mondo evangelico ha molte voci arrabbiate e scomposte e molti funzionari incolori e poveri di identità. Carson indica come sia possibile essere un biblista di fama mondiale dentro la famiglia evangelica, senza se e senza ma, aiutando il mondo evangelico a non perdere il suo radicamento nella Scrittura, la sua appartenenza alla chiesa storica e il suo impegno missionario nel mondo.